Cari Insideaters, oggi vi accompagniamo in un altro sito dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Siamo a Tivoli, città poco distante da Roma.
Villa Adriana si estende per ben 120 ettari romani e riprende la linea della Domus Aurea di Nerone, ormai distrutta.
L’opera fu fortemente voluta dall’imperatore Adriano che, a quanto sembra, ne diresse i lavori. L’imperatore era così centrale nella realizzazione della villa che ad oggi i nomi degli architetti che se ne occuparono non sono noti.
Adriano scelse la posizione della villa con accuratezza, poco distante dall’Urbs ma distante dal caos di Roma.
La villa come la vediamo oggi è spoglia di molti dei marmi che la adornavano poichè, come spesso accadde, i materiali furono estratti e riutilizzati per la realizzazione di alcune strutturedi epoca medievale.
Villa Adriana era un vera e propria micro città, all’interno della quale si avevano aree di ricevimento, dormitori per le milizie, biblioteche, terme e teatri.
Molto interessante è il fatto che la villa avesse dei passaggi sotterranei, attraverso i quali ci si poteva comunemente spostare e scaricare merci. Quanto scoperto finora di questo notevole complesso di collegamenti è osservabile attraverso una ricostruzione collocata poco prima delle mura di cinta.
Tra le strutture che più colpiscono visitando la villa, sicuramente va nominato il Canopo. È ispirato al canale egizio che univa Alessandria d’Egitto alla vecchia città di Canopo, dove era annegato Antinoo, il favorito dell’imperatore.
Il Canopo è composto da una grande vasca d’acqua: 119×18 metri, inquadrata da un doppio colonnato che originariamente sosteneva una pergola. Nel lato ovest, al posto delle colonne sono ora posizionate 4 Cariatidi, riproduzione di quelle Ateniesi.
In origine vi era anche una statua raffigurante il Nilo, di cui non è ancora chiara la posizione, e una raffigurante Roma. Sembra anche che vi fosse un complesso meccanismo idraulico, preposto alla rappresentazione della piena del Nilo.
La vasca termina con una esedra coperta da una cupola, zona che era dedicata ai banchetti.
La visita continua svelando come l’architettura romana fosse imponente, minuziosa e profondamente avanzata. Verso la fine del percorso si incontra la struttura più particolare di tutte, il Teatro Marittimo, uno degli edifici più noti, divenuto il simbolo dell’architettura innovativa della villa. Prende il nome dai fregi in marmo con soggetto marino delle trabeazioni.
Si tratta di una struttura a pianta circolare, una vera e propria domus. Lo spazio interno è ridotto, ma perfettamente sfruttato per creare tutti gli ambienti idonei alle esigenze dell’imperatore. La struttura è circondata da un corso d’acqua, e vi si accedeva mediante due ponti girevoli dei quali vediamo ancora i solchi.
Oggi l’accesso avviene mediante un ponte in muratura, risalente al periodo tardo antico, e la struttura ospita ancora molti spettacoli che spaziano tra teatro, musica, balletto e cinema.
Ogni anno, Villa Adriana vede passare più di 250.000 turisti ed è tra i siti più visitati a livello mondiale.
Forse l’interesse dei visitatori non è legato solo al fascino della Roma Imperiale o alla figura dell’imperatore Adriano, ma vi è anche un interesse gastronomico. Infatti la villa ospita circa 3000 ulivi e ogni anno viene fatta la raccolta delle olive per la produzione dell’olio extra vergine d’oliva, molto noto nell’area tiburtina.
In conclusione, Villa Adriana, Villa D’Este e Villa Gregoriana fanno parte di un progetto gastronomico che vuole portare allo scoperto le eccellenze gastronomiche di Tivoli: olio (Villa Adriana) e pizzutello (Villa d’Este e villa Gregoriana).
Allora Insideaters, siete pronti per questo viaggio storico-gastronomico nella bella Tivoli?
Seguiteci per scoprire di più!