La ceramica siciliana nei mercati di Catania e Taormina e i capolavori di Caltagirone
Probabilmente saprete che ogni regione italiana ha la sua capitale delle ceramiche. L’arte di lavorare la terracotta ha contraddistinto il popolo italico fin dalle sue origini, che fossero greche, romane, etrusche o arabe. Caltagirone è la capitale siciliana delle ceramiche, ossia il luogo in cui storicamente si è concentrata l’opera dei migliori artigiani dell’isola che hanno prodotto ed esportato in tutta la Sicilia, poi in Italia e nel mondo le loro opere d’arte ma anche la più semplici piastrelle decorative per pavimenti o rivestimenti.
Con la terracotta un buon artigiano può ottenere qualsiasi forma e qualsiasi motivo decorativo, solitamente sono i più particolari a diventare poi i simboli di interi territori. Durante i nostri walking tour e street food tour a Catania e Taormina, vi capiterà di incontrare più volte botteghe e negozi che espongono per la vendita i capolavori di Caltagirone. Ma spesso vi basterà più semplicemente guardare sui balconi o all’ingresso di case, negozi e ristoranti per ammirare degli esempi di decorazioni in terracotta.
In Sicilia il simbolo della ceramica ornamentale è rappresentato dalle teste di moro, vasi a forma di testa che raffigurano la fisionomia di un antico arabo con tanto di baffi, turbante e monili decorativi, spesso abbinato a un altro vaso dalle fattezze di una giovane donna.
Ma perché proprio questa forma e questa decorazione?
Cosa rappresentano le teste di moro siciliane
Le leggende sono diverse, anche se simili e fanno riferimento a un tradimento, alla gelosia, all’omicidio e a quello che oggi chiameremmo vilipendio di cadavere. Che ne dite amici Insideater? Troppo macabro questo articolo? Suvvia, non vi preoccupate, la storia di questa terra si nutre anche di leggende e di tristi storie d’amore. Vi consigliamo di continuare a leggere.
La versione ufficiale della leggenda delle teste di moro
Ebbene la leggenda vuole che attorno all’anno 1100 durante la dominazione araba della Sicilia una giovane donna del quartiere arabo Al Hàlisah di Palermo, che adesso di chiama Kalsa, si fosse innamorata di un arabo che era in città durante un viaggio e che fosse ricambiata. La loro storia d’amore andò avanti per un po’ di tempo, finché l’uomo non decise di confessarle di avere già una moglie e dei figli in Oriente e che di lì a poco sarebbe dovuto ripartire per tornare da loro. Accecata dalla rabbia e dalla gelosia la ragazza uccise l’uomo di notte, tagliandogli la testa e usandola come vaso per piantarci del basilico. A rendere ancora più macabra la storia, la leggenda narra un particolare molto curioso, pare che in quel “vaso” il basilico crescesse estremamente rigoglioso e che i vicini fossero molto incuriositi da quella fortuna della giovane donna, tanto che ben presto cominciarono a farsi produrre dagli artigiani dei vasi a forma di testa di moro (ossia l’arabo), da usare sui balconi per le piante ornamentali.
C’è una variante di questa leggenda, forse anche più triste, che vuole che la storia d’amore fra i due fosse clandestina e che la famiglia di lei, una volta venuto a sapere del loro rapporto avesse ucciso entrambi, decapitandoli. Niente basilico, niente fiori, niente follia, solo dei vasi in ricordo di un amore perduto.
La versione letteraria della storia delle teste di moro
Proprio partendo da questa seconda versione, c’è da citare quella che alcuni ritengono essere l’origine letteraria della leggenda: la storia di Lisabetta da Messina narrata da Filomena nella Giornata IV, novella 5 del Decamerone di Boccaccio. Lisabetta amava segretamente Lorenzo, un ragazzo di Pisa. Quando la famiglia lo scoprì, i fratelli di lei uccisero il ragazzo e lo seppellirono nelle campagne. Lisabetta però ebbe in sogno la visita di Lorenzo che le rivelò il luogo della sepoltura. Lei dissotterrò il cadavere e ne recise la testa, la portò a casa e la nascose in un vaso in cui aveva piantato del basilico. Lisabetta versò tutte le sue lacrime su quel vaso e su quella testa, tanto che il basilico crebbe rigoglioso. Ma ancora una volta i fratelli si accorsero di quanto accaduto, rubarono il vaso e lo fecero sparire definitivamente, lasciando Lisabetta disperata a piangere il suo amore.
Amici Insideater, la storia è triste e finisce qui. Però se volete vedere di persona questi capolavori e magari ammirare da vicino o acquistare qualche esempio di ceramica siciliana, il nostro tour itinerante tra le vie di Catania o quello per le vie di Taormina sono dedicati proprio a voi. Se volete saperne di più di queste leggende e magari farvele raccontare nel dettaglio dalla gente del luogo, venite con noi e con le nostre guide. La vostra curiosità sarà soddisfatta, così continuerà a vivere la strana leggenda del moro e della sua amante gelosa e assassina; oppure, se siete più romantici, rivivrà nei vostri racconti la storia di Lisabetta e di Lorenzo, amanti perduti.
In attesa di incontrarci in Sicilia, potete seguirci su Instagram o sul nostro canale YouTube per scoprire tanti prodotti tipici e ricette in cui esaltare i loro sapori.
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