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Arancino e Supplì: le differenze e le somiglianze

Arancino e supplì a confronto

Cari Insideaters, la cucina italiana è ricca e vanta un’ampia proposta in campo enogastronomico grazie alla grande quantità di ingredienti tradizionali e di ricette tramandate di generazione in generazione. 

Nella tradizione culinaria italiana sono presenti vari piatti e prodotti tipici regionali e oggi vogliamo parlarvi di due sfizi dello street food conosciuti in Italia e all’estero: l’arancino e il supplì, ma sapete quali sono le differenze e le somiglianze tra loro? 

Entrambi sono una sorta di palla di riso impanate con all’interno una sorpresa, un ripieno, dai sapori tradizionali. 

Tutte e due le preparazioni prevedono la bollitura del riso e successivamente la frittura, ma nonostante queste evidenti somiglianze si tratta di due ricette molto diverse tra loro. 

L’arancino si presenta in forma conica, per simboleggiare l’Etna, o rotonda solitamente del diametro di 8-10 cm, mentre il supplì ha una forma cilindrica allungata. 

La differenza principale risiede nel condimento: la versione classica dell’arancino siciliano prevede il ragù di carne e una farcitura con piselli e mozzarella, mentre il supplì romano viene condito con la salsa semplice e nel cuore è presente la mozzarella filante per un perfetto supplì al telefono. 

Ma non finisce qui, perché potete gustare entrambi in moltissime versioni golose. 

Ad esempio, è molto diffuso l’arancino di riso condito con besciamella e prosciutto, piuttosto che ripieno di pistacchio e speck, oppure nelle versioni a base di pesce con i gamberetti o con il sugo a base di nero di seppia e tante altre versione che potete trovare in giro per la Sicilia. 

Mentre tra le alternative al classico supplì, troviamo quello alla carbonara, alla gricia, all’amatriciana o cacio e pepe. Insomma tutti condimenti tipici romani in versione street food.

Arancino e supplì: le origini 

L’arancino in principio nacque come dolce: la prima documentazione scritta che parli esplicitamente di questa pietanza è il dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi del 1857, il quale testimonia la presenza di “una vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia”, presumibilmente mangiato durante le festività in onore di santa Lucia. Approfondisci le origini e scopri tutte le varianti qui!

Il supplì invece nacque direttamente come pietanza salata, infatti la prima testimonianza scritta risale al 1847 quando apparve nel menù della Trattoria della Lepre a Roma con il nome di “soplis di riso”.

 

Insomma possiamo dire che hanno svariate somiglianze, ma ci sono due differenze sostanziali tra arancino e supplì: la forma e il ripieno all’interno. 

Se vi abbiamo fatto venire l’acquolina in bocca e siete curiosi di assaggiare queste due prelibatezze, unitevi alla nostra cooking class sullo Street food siciliano, per un’esperienza golosa e divertente.

Cari Insideater, scoprite tutti gli altri sfizi dello street food siciliano e dove gustarli qui!

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